n.47 - Inverno 2018

n. 47 - Inverno 2018 SPECIALI
10 Marcel Kurz (1887-1967) “Il rigor delle nevi e la beltà delle rose”
22 Racconti di Antonio Boscacci Simeone stilita
25 Cesare Sertore Il guardiano del faro
29 Ottobre 2018 Il mese dei record
37 Tradizioni a Postalesio Tä sè cumè l'Eresìa giù'n funt la gésa

ALPINISMO
44 Val Fontana Pizzo Painale (m 3248)
54 Orobie Dalla val Gerola alla valle di Albaredo
62 Val Màsino Pizzo Porcellizzo (m 3076)
70 Valmalenco Cima Fontana (m 3070)
82 Approfondimenti Il ghiacciaio di Fellaria

ESCURSIONISMO
86 Alta Valtellina Monte Rocca (m 2810)
92 Valchiavenna Villa di Chiavenna - Somasascia - Soglio
102 Approfondimenti Ricordi di Somasascia e dintorni
104 Versante retico Via dei Terrazzamenti: da Ponte a Teglio

RUBRICHE
116 Viaggi Dal Don al Volga
124 Fumetti: novità Poggi Texas Ranger
126 Fiori di montagna Erica e brugo
132 Rubriche Oggetti / Foto dei lettori
146 Le ricette della nonna Crauti di Natale


EDITORIALE
di Beno

Impressi sulla carta, virali in rete, sgranati come rosari in radio e alla tele, gli acronimi degli indicatori economici ricorrono sovente nel sempre più povero vocabolario dell'informazione. Sebbene quasi nessuno ne comprenda il significato né ne abbia mai verificato alcuna conseguenza pratica, monitorare il loro valore garantirebbe una diagnosi precoce della terribile malattia che, se non curata, porterebbe alla diminuzione del potere di acquisto. Ignorando che anche in Lombardia l' attuale potere d'acquisto consente alla quasi totalità degli abitanti l'indispensabile, un'ampia razione di superfluo, ma consentirebbe anche di aiutare chi è in difficoltà, come ipocondriaci badiamo ai criptici referti delle agenzie di rating. Volendo scongiurare una crisi di "ipoPILite", chiediamo alla politica di sostenere il più noto tra i parametri economici e con esso, implicitamente, il nostro tenore di vita. Ma è sempre così? Se il PIL cresce aumenterà il mio benessere e se diminuisce starò peggio? Compilate pure, dove vuote, le ultime due colonne di questa tabella:

 
AZIONEPIL
BENESSERE
dichiarare pretestuosamente guerra a un altro paese (es. Montagna vs. Albosaggia per la barzelletta dell'asino) + -
scegliere di lavorare più vicino a casa - +
accettare la propria età e le proprie rughe - +
evitare grandi opere pubbliche di dubbia utilità - +
muoversi solo con auto private, «uno per auto per finanziare meglio l'ENI»  
donare ai propri figli del tempo anzichè i beni seriali dell'industria  
la domenica preferire al centro commerciale una gita in montagna o una discesa di rafting o un evento culturale o fare l'orto  
utilizzare in maniera compulsiva gli strumenti di comunicazione evitando di incontrare e dialogare direttamente con le persone  
trattare i propri animali domestici come uomini, facendoli ammalare delle stesse nostre malattie per poi curarli  
acquistare solo il cibo necessario, solo con filiera corta e da produzioni non intensive che limitano la chimica  
fare gli straordinari per "l'Aifon 15" - quello con il rivoluzionario riconoscimento acustico della scoreggia del proprietario  
terminare l'imposizione culturale e legale dell'accanimento terapeutico ai vecchi moribondi e sofferenti  

Perciò, senza voler degenerare in becere considerazioni populiste, è chiaro che una diminuzione del PIL può essere anche segno che la nostra società stia sviluppando dei comportamenti virtuosi preferendoli al puro edonismo. Ciò non dovrebbe preoccupare, anzi. Nella tabella manca una colonna, quella del benessere ambientale, ma lascio a voi immaginarla e trarre le ulteriori conclusioni!
 
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