n.44 - Primavera 2018

n. 44 - primavera 2018 SPECIALI
10 Ricordando Nello Corti (1921-2017)
20 Racconti di Antonio Boscacci La rana che aveva il papà che si dopava
24 Suur al fiochia e sut al šgarnighia Le precipitazioni nevose nei dialetti della Valchiavenna
30 Monte Bianco - Gran Sasso - Etna L'impresa ciclistica di Stefania Valsecchi

ALPINISMO
36 Porte di Valtellina Colle del Torrone Centrale (m 3250)
46 Orobie Pizzo di Scotes (m 2978)
54 Orobie Pizzo degli Uomini (m 2895)
56 Alta Valtellina Monte Pettìni (m 2936) e pizzo Aguzzo

ESCURSIONISMO
66 Versante Retico Monte Campondola (m 2136)
80 Approfondimenti Ermes Garlaschelli (1900-1991)
88 Valchiavenna Ca Rébbia - San Cristoforo
98 Approfondimenti Ai piedi del Pizùn
105 Valmalenco Chiesa - Primolo e i terrazzamenti

RUBRICHE
116 Viaggi Est! Est!! Est!!! Mototour nei Balcani
124 Natura Rana e ga
130 Rubriche Poesia / Oggetti di una volta
136 Rubriche Le foto dei lettori / Giochi
146 Le ricette della nonna Frittata col luppolo

 



EDITORIALE 
di Beno
 
Se un uomo senza problemi alle gambe si spostasse solo a bordo di una sedia a rotelle motorizzata perderebbe la capacità di camminare e privato della carrozzina non riuscirebbe più a spostarsi. Il produttore di sedie a rotelle che lo avesse iniziato a tale malsana abitudine lo avrebbe così in scacco, inerme e incapace di ribellarsi, disposto a qualsiasi compromesso pur di potersi muovere e così sopravvivere.
Una situazione che ai più sembrerà paradossale.
Ai più che senza problemi mentali demandano totalmente ad apparecchi tecnologici la propria memoria, la propria capacità di orientarsi nello spazio, di comunicare, di socializzare, diventando pertanto schiavi della tecnologia. Una schiavitù che si manifesta nel sentirsi persi senza un congegno gps, soli se non si è parte di una qualche piazza virtuale, esposti a pericoli se il telefono è scarico, falliti se non possiedono i beni di consumo che in quell'istante identificano secondo i media l'individuo di successo.
Non sono in grado di analizzare come questo giogo attanagli le nuove generazioni, che nella tossicodipendenza tecnologica sono nati, ma posso ritenere quanto mai diabolico vedere chi come me ha trascorso oltre metà della propria vita felicemente senza telefonino, social network, gps... trovarsi ora totalmente smarrito se anche solo per un breve periodo non ne può disporre. Ciò dimostra quanto il moderno marketing esegua un sistematico lavaggio del cervello alle persone, creando dei comportamenti collettivi che calamitano la gente, sempre più terrorizzata dalla possibilità di essere esclusi dalla società e freneticamente alla rincorsa di traguardi che per niente possono essere punti d'arrivo (o il sistema consumistico si ferma e muore).
È il gioco dell'asino e della carota, dove però l'asino correndo inaridisce la terra che calpesta.
Disposti a tutto pur di non restare indietro, anche a non pensare e a ingoiare senza opporre resistenza i continui indottrinamenti ricevuti in un mondo dove anche il telegiornale altro non è che un messaggio promozionale.
Spero che almeno sulle nostre montagne sopravviva - almeno il nostro lavoro si picca di offrire questa alternativa - la possibilità di aprire gli occhi, di ritrovare un pur breve contatto con la Natura e con noi stessi. Posti dove mente e corpo sono nello stesso luogo. Reale.
Posti di cui anche Valeria e Bianca ci parleranno, prendendo il testimone e continuando il prezioso lavoro di ricerca e divulgazione che Luciano Bruseghini ha portato avanti per anni su questa rivista.
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