n.16 - Primavera 2011

n.16 - Primavera 2011 SPECIALI
10    Bruno Galli-Valerio: l'ultimo filosofo della montagna
28    Le vie di Bruno Galli-Valerio
34    Carnevali alpini: la Bagüta di Samolaco
40    Un poster per un sentiero: Luna Nascente
42    Natura in dettaglio: la macrofotografia di Claudio Pia

ITINERARI D'ALPINISMO

54    Valchiavenna: pizzo Forato
62    Approfondimenti: il carrello di San Bernardo
64    Pizzo Coca: canalone NO
73    Val d'Arigna: archeologia dei ghiacciai
76    Val Gerola: pizzo dei Tre Signori

ITINERARI D'ESCURSIONISMO
82    Orobie: monte Padrio
87    Leggende: la valle del Santo
89    Valmalenco: alpe Prabello e lago del Mufulé
98    Alta Valle: il lago della Manzina
106  Il mostro del lago della Manzina

RUBRICHE
108  Valtellinesi nel mondo: Palmira, la sposa del deserto
117  Artigiani: I muléta de Caspöcc'
124  Fauna: bambi nel prato
129  Poesie dialettali: S'il munt da Mara al dagiù 'l Sù
130  Le foto dei lettori
136  Giochi
138  Le ricette della nonna: Šchrezèghe


EDITORIALE
È per me un onore dedicare questo numero de Le Montagne Divertenti a Bruno Galli-Valerio, il più grande alpinista romantico che abbia amato la Valtellina. Vissuto a cavallo tra ottocento e novecento, scienziato e intellettuale di fama, ha visitato quasi ogni angolo delle nostre valli, salito innumerevoli cime e scritto fantastiche relazioni che immortalano quadri commoventi dell'antica vita alpina.
Per lui l'essenza dell'alpinismo non stava nella conquista della vetta o nell'aspetto eroico che avvolgeva le imprese, bensì nella possibilità di ammirare la Natura in tutta la sua grandiosità. In ciò la fatica, la paura e le difficoltà non gli pesavano mai, assorto com'era a godere di ciò che lo circondava: "Assorbiamo tutta quella poesia che spira dalle Alpi e che ci rende migliori." Leggendo i suoi libri e gli articoli che pubblicava per i quotidiani locali emerge una Valtellina fantastica, un luogo di avventura senza eguali, di umanità, di sapienza e di leggende che arricchivano la miseria della vita quotidiana. Montanari poveri di cose, ma ricchi dei sogni e dei desideri che anche il benestante Bruno Galli-Valerio condivideva, sostenendo più volte che la nobiltà stava nell'anima e non nel vestito.
Da allora cos'è cambiato? Perché il mito delle montagne di Valtellina si è dissolto? Sicuramente è diminuita la sensibilità delle persone, sempre più apatiche e indaffarate nell'indaffararsi a racimolare cianfrusaglie. E' mutato anche l'ambiente valtellinese, vittima "dei colpi ingiuriosi del progresso".
Ma io vi confesso che, attratto dai racconti di Bruno Galli-Valerio, sono andato a ripercorrere molti degli itinerari che egli descrive nei suoi libri, itinerari appena dietro casa, ma lontani dal caos dei soliti luoghi che la gente frequenta. Lassù ho ritrovato la stessa beatitudine che un tempo lui vi aveva trovato.
E' vero: i pastori non ci sono più, mancano le storie davanti al focolare, ma il cielo stellato, il silenzio, le vette innevate e il vento che corre fra le rocce sussurrano le stesse dolci poesie. Così ho capito la fortuna di essere solo un puntino insignificante in un luogo bellissimo, dove tutto è tutto in equilibrio e in armonia.
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