SPECIALI
10 Bruno Galli-Valerio: l'ultimo filosofo della montagna
28 Le vie di Bruno Galli-Valerio
34 Carnevali alpini: la Bagüta di Samolaco
40 Un poster per un sentiero: Luna Nascente
42 Natura in dettaglio: la macrofotografia di Claudio Pia
ITINERARI D'ALPINISMO
54 Valchiavenna: pizzo Forato
62 Approfondimenti: il carrello di San Bernardo
64 Pizzo Coca: canalone NO
73 Val d'Arigna: archeologia dei ghiacciai
76 Val Gerola: pizzo dei Tre Signori
ITINERARI D'ESCURSIONISMO
82 Orobie: monte Padrio
87 Leggende: la valle del Santo
89 Valmalenco: alpe Prabello e lago del Mufulé
98 Alta Valle: il lago della Manzina
106 Il mostro del lago della Manzina
RUBRICHE
108 Valtellinesi nel mondo: Palmira, la sposa del deserto
117 Artigiani: I muléta de Caspöcc'
124 Fauna: bambi nel prato
129 Poesie dialettali: S'il munt da Mara al dagiù 'l Sù
130 Le foto dei lettori
136 Giochi
138 Le ricette della nonna: Šchrezèghe
EDITORIALE
È per me un onore dedicare questo numero de Le Montagne Divertenti a Bruno Galli-Valerio, il più grande alpinista romantico che abbia amato la Valtellina. Vissuto a cavallo tra ottocento e novecento, scienziato e intellettuale di fama, ha visitato quasi ogni angolo delle nostre valli, salito innumerevoli cime e scritto fantastiche relazioni che immortalano quadri commoventi dell'antica vita alpina.
Per lui l'essenza dell'alpinismo non stava nella conquista della vetta o nell'aspetto eroico che avvolgeva le imprese, bensì nella possibilità di ammirare la Natura in tutta la sua grandiosità. In ciò la fatica, la paura e le difficoltà non gli pesavano mai, assorto com'era a godere di ciò che lo circondava: "Assorbiamo tutta quella poesia che spira dalle Alpi e che ci rende migliori." Leggendo i suoi libri e gli articoli che pubblicava per i quotidiani locali emerge una Valtellina fantastica, un luogo di avventura senza eguali, di umanità, di sapienza e di leggende che arricchivano la miseria della vita quotidiana. Montanari poveri di cose, ma ricchi dei sogni e dei desideri che anche il benestante Bruno Galli-Valerio condivideva, sostenendo più volte che la nobiltà stava nell'anima e non nel vestito.
Da allora cos'è cambiato? Perché il mito delle montagne di Valtellina si è dissolto? Sicuramente è diminuita la sensibilità delle persone, sempre più apatiche e indaffarate nell'indaffararsi a racimolare cianfrusaglie. E' mutato anche l'ambiente valtellinese, vittima "dei colpi ingiuriosi del progresso".
Ma io vi confesso che, attratto dai racconti di Bruno Galli-Valerio, sono andato a ripercorrere molti degli itinerari che egli descrive nei suoi libri, itinerari appena dietro casa, ma lontani dal caos dei soliti luoghi che la gente frequenta. Lassù ho ritrovato la stessa beatitudine che un tempo lui vi aveva trovato.
E' vero: i pastori non ci sono più, mancano le storie davanti al focolare, ma il cielo stellato, il silenzio, le vette innevate e il vento che corre fra le rocce sussurrano le stesse dolci poesie. Così ho capito la fortuna di essere solo un puntino insignificante in un luogo bellissimo, dove tutto è tutto in equilibrio e in armonia.