ALPINISMO36 Val Màsino / Valchiavenna
Punta della Trubinasca (m 2998)
46 Val Poschiavo / Valmalenco
La traversata delle Ruzze (m 2807)
60 Alta Valtellina Pizzo Zembrasca (m 3089)
ESCURSIONISMO66 Bassa Valtellina
Cima del Malvedello (m 2650)
72 Alta Valtellina Monte Storile (m 2471)
80 Valchiavenna
Via Spluga: da Isola a Chiavenna
93 Orobie
Da Sondrio al passo di Cigola (m 2486)
100 Engadina
4 escursioni nel Parco Nazionale Svizzero
RUBRICHE110 Viaggi
Marocco: dai 4000 al deserto del Sahara
117 Fumetti Poggi Texas Ranger
123 Natura
Genziane / Rombo il bombo / Amanita muscaria
136 Rubriche Oggetti / Foto dei lettori
146 Le ricette della nonna Preparati con l'alloro
Da ragazzino e fino all'anno scorso, quando la barba ha iniziato a imbiancare, non avrei mai pensato né di rompermi l'osso del collo, né che nella mia vita avrei assistito a una brusca svolta autoritaria del potere.
Delle dittature avevo letto molto sui libri perché volevo capire come mai gli uomini ci cascassero continuamente: una dittatura, infatti, non si instaura mai se la popolazione si oppone in forza, ma solo se ha un largo appoggio.
Tutte le dittature hanno elementi in comune: una minaccia che giustifichi la soppressione delle libertà e l'accentramento del potere; una martellante propaganda; l'ingenerare odio tra le persone secondo il motto latino "divide et impera"; l'obbligo di adesione volontaria e comprovata al nuovo ordine; la ridicolizzazione e/o l'emarginazione di chi ha punti di vista diversi da quelli ufficiali; la trasformazione dei mezzi di informazione in megafono di un pensiero unico e che non ammette contraddittorio; la censura; la discriminazione... Come non rilevarli anche in questo dichiarato stato di emergenza?
Chi si mostra scettico, sia egli un comune cittadino, sia egli un premio Nobel, viene catalogato come negazionista/no vax/complottista, epiteti volti a screditare il suo punto di vista e a stroncare sul nascere qualsiasi possibilità di confronto, prassi che dovrebbe essere invece consuetudine anche per confutare.
Non mi vergogno certo a dire che pure io sono tra gli scettici: come chiunque sia in grado di comprendere analisi statistiche e questioni di carattere scientifico, non posso fare un atto di fede e accettare continue imposizioni, spesso incongruenti rispetto all'obbiettivo dichiarato.
Per scongiurare tempi bui si devono esigere chiarimenti e maggiore trasparenza, anziché abbracciare l'incipiente società distopica in cui chi non sarà allineato non troverà rifugio neppure sulle nostre amate montagne, irradiate dalle nuove tecnologie che la gente è stata istruita ad invocare.
Hanno collaborato a questo numero:
Adele Mori, Alessandra Morgillo, Antonio Boscacci, Beno, Bruno
Mazzoleni, Carlo Barilani, Corrado Lucini, Cristina Del Molino, Dario
Cattaneo, Dicle, Elia Origoni, Eliana e Nemo Canetta, Erik Viani,
Fabio Pusterla, Fausto De Bernardi, Flavio Casello, Gabriele Fusetti,
Giacomo Meneghello, Gioia Zenoni, Giovanni Rovedatti, Giuliano
Giacomella, Hans Lozza, Kim Sommerschield, Lina Ghelfi, Lucia Palomba,
Luciano Bruseghini, Luisa Angelici, Manrico Chiti, Marco Bettomè,
Margherita, Marino Amonini, Mario Pagni, Marzia Possoni, Matteo
Gianatti, Matteo Tarabini, Massimo Guggiari, Maurizio Cittarini,
Oreste Forno, Raffaele Occhi, Renzo Benedetti, Roberto Ganassa,
Roberto Moiola, Sergio Scuffi e Stefano Roverato.
Si ringraziano inoltre:
Avis Comunale di Sondrio, CAI Valtellinese, ETH-Bibliothek Zürich,
Franco Monteforte, Fabio Giuggioli Busacca (Fototeca CAI Milano),
Mariella Tavelli e tutti gli intervistati e quelli che ci hanno
accompagnato nelle gite, la Tipografia Bonazzi, gli edicolanti che ci
aiutano nel promuovere la rivista, gli sponsor che credono in noi e in
questo progetto...e tutti quelli che ho dimenticato di citare.