EDITORIALE
di Beno Non riesco più a starci dietro. È esasperante. Un'emergenza dietro l'altra, che rotolan giù come massi da una parete prossima al crollo. Vengono ingigantite da clamore e continua pressione mediatica che generano ansia e schizofrenia in alcuni, la semplice brama di protagonismo in altri, la necessità di conformismo in altri ancora. Chi pone dubbi, sia sulle proporzioni che sulle cause dell'emergenza, ma anche sulle urgenti soluzioni pro/im-poste, diventa un negazionista e parte la caccia alle streghe per stanare lui, chi gli dà retta, ma anche tutti quelli che non lo rinnegano pubblicamente e gli consentono di esprimersi.
Chi non è allineato con la posizione ufficiale, che si avvale di un inconfutabile dogma scientifico a sostegno e di pletore di opinionisti come cani da difesa, viene inserito nella lista pubblica degli inascoltabili e messo alla gogna, sia esso un comune cittadino, sia esso un autorevole studioso. L'ostracismo, ridefinito in chiave contemporanea dalla locuzione “cultura della cancellazione”, è il mezzo prediletto dalla censura del XXI secolo. Strumentale in tal senso è ad esempio Wikipedia, servizio “gratuito” monopolista del misero e uniformato sapere digitale di massa, che prontamente ascrive i dissidenti più autorevoli in liste di eretici “negazionisti”.
Personalmente mai avrei immaginato che da idealista difensore della natura sarei oggi classificabile come “negazionista del cambiamento climatico”, poiché scettico riguardo l'efficacia e gli effettivi obbiettivi delle propagandate politiche green dell'agenda europea assecondate e spinte pure da vari gruppi di giovanotti che si esibiscono nelle più strampalate e urticanti proteste.
Tra chi ora propina ricette per salvare il mondo, c'è anche chi fino all'altro giorno guidava manovre che ne hanno gravemente e consapevolmente compromesso la salute. Sono il solo insospettito da questa circostanza?
Abbiamo un pianeta inquinato: cementificazione, disboscamenti, guerre ed esercitazioni militari con armi devastanti, plastiche e prodotti tossici dispersi, uno smodato consumo di energia, campi elettromagnetici ovunque, eppure pare che di colpo la sola reginetta della festa sia l'anidride carbonica prodotta dall'uomo; sicura responsabile, a detta di una parte maggioritaria della comunità scientifica e della totalità della politica, dell'innalzamento della temperatura, delle siccità, ma anche delle alluvioni. Tutte le attenzioni vanno solo su di lei, con urgenza: non c'è tempo per riflettere, ne abbiam perso fin troppo. Non c'è tempo per confrontarsi: si deve avere fede nella scienza ufficiale, nelle nuove salvifiche tecnologie e in come le si vuole applicare.
Non dimentichiamoci però che se abbiamo ridotto il pianeta in questo modo è proprio per non esserci voluti fermare a pensare e aver ciecamente rincorso il treno del progresso senza interessarci della sua destinazione.