Carlo Nani

Ciao a tutti, mi chiamo Carlo e sono nato il 15 maggio 1985.
Vivo da sempre in Albosaggia anche se, a chi mi chiede di dove sono, io rispondo: "Di Carona!". Un profondo amore mi lega alle mie "origini orobiche", legame che mi ha spinto a compiere studi in ogni dove, dagli archivi celati delle sacrestie alla ricerca porta a porta di fotografie d'epoca, storie e racconti per riscoprire e le vicende e la cultura del passato. Posso affermare di aver battuto quasi palmo a palmo ogni angolo delle Orobie orientali di Carona riscoprendo luoghi immeritatamente dimenticati e pressoché sconosciuti ai più. Ahimè, Beno ogni tanto mi tira le orecchie spiegandomi che ci sono altre vallate oltre alle indubbiamente belle valli di Belviso, Caronella e Bondone, e altre cime oltre il monte Torena e il pizzo del Diavolo di Malgina. No gli do torto ma, nonostante ciò, io continuo stoicamente e con fierezza da Principe di Carona (come mi chiamano i "Divertenti"), a portare in palmo di mano la mia terra.
Sono felicemente entrato a far parte dello staff de "Le Montagne Divertenti" scrivendo articoli di vario genere, spaziando dagli itinerari escursionistici, agli approfondimenti storici, alle ricette di cucina che mamma Giovanna prepara molto volentieri. Non disdegno mai le occasioni di accompagnare gli altri collaboratori nelle avanscoperte per la proposta di nuovi articoli, occasione che mi consente di conoscere posti nuovi, anche se stare dietro a Beno o a Nicola non è affatto semplice! Infine sono uno dei cacciatori di orrori ortografici presenti negli articoli che vengono proposti alla redazione e, se necessario, integro il già collaudato ed efficientissimo sistema di distribuzione della rivista.
La grande passione per la montagna ha fatto nascere quella per la fotografia, sviluppatasi appunto nel tentativo di portare a casa la bellezza imperitura delle "mie" montagne. Diplomato geometra "per errore", ho risolto diventando un appassionato agricoltore, sempre alla ricerca e alla difesa delle colture tipiche valtellinesi quali il grano saraceno e la segale autoctona di Valtellina, che ho ricominciato a coltivare nei territori di montagna.
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