n.4 - Primavera 2008

n.4 - Primavera 2008 SPECIALI
6   La grande frana della val Pola

ITINERARI D'ALPINISMO

18   Valmalenco: il Corno di Braccia
28   Le miniere di rame dei laghi di Sassersa
31   Scialpinismo in val tartano: cima di Lemma
37   Gran Zebrù: scialpinismo sulla cima del Re
41   Rifugio Pizzini

ITINERARI D'ESCURSIONISMO
42   Versante retico: l'anello dell'Olmo
52   Valchiavenna: attorno al Pizzaccio
58   Nordic walking al pian di Spagna
67   Le lobie di Samolaco

RUBRICHE
70   Artigiani: il ramaio
74   L'arte della fotografia: le macro
76   Flora: belli, belli da morire...
80   Giochi
83    Le ricette della nonna: miele di tarassaco

86   SPECIALE MELLOBLOCCO


EDITORIALE
Un editoriale, una poesia o il testo di una canzone nascono in momenti speciali. Non puoi mai sapere quando. Una situazione, un suono, un paesaggio risvegliano il ricordo di un sogno o di qualcosa di magico che hai vissuto.
L’emozione e l’empatia ti colgono di sorpresa.
Questi attimi si sciolgono come neve al sole, e devi sforzarti di segnarteli nel cuore.
Quando la bellezza della vita si palesa, io vinco il mio imbarazzo nell’ammettere l’amore che ne nasce, ma poi torno al quotidiano e credo che un fiore così bello e indifeso vada nascosto talmente bene da dimenticarsi dove lo si è messo.
A volte provo ribrezzo per ciò che mi circonda, per l’avidità e l’insensibilità di molti uomini, per l’attaccamento al denaro, per la vocazione dei più a volere affermare la loro superiorità sugli altri inventandosi le regole del gioco.
Come ci si può sentire realizzati nel possedere più banconote di un altro?
Tutti si credono Dio e Dio li lascia fare.
Così la mia bocca si impasta, le parole si accavallano caotiche come i sassi in una ganda; perdono ogni coerenza e tornano a rintanarsi nel profondo dello stomaco.
I pensieri più profondi mi accompagnano quando sono in montagna, quando sto scalando, quando sono ore e ore che vago alla ricerca della mia meta.
So che chi non mi capisce è perchè non ha mai vissuto veramente la montagna.
Ed è anche per lui che scriviamo queste pagine.
Coi miei compagni d’avventura attraversiamo ore di silenzio quando siamo in compagnia. Il senso delle cose diventa l’ammirare la bellezza della natura, l’assaporarne la vicinanza, sentirsi onorati d’esser lì.
Tutto il resto? Superfluo. Il freddo, i precipizi, la stanchezza diventano amici.
Talvolta mi emoziono, mi scappa qualche lacrima che nessuno vede e che il vento asciuga premuroso.
Non ci guardiamo gli uni con gli altri quando siamo in silenzio. Il rumore dei nostri passi, i nostri respiri o il tintinnio le piccozze che sbattono contro i ramponi di chi prepara lo zaino alla rinfusa mi assicurano che nessuno si è> perso.
Il senso di tutto sta in quella pace, nel farsi piccoli piccoli e pregare che quell’attimo diventi eterno.
Poi i rumori svaniscono per qualche metro...
“Beno ti è caduta la piccozza, te l’ho recuperata io...”.
“Beviamo un po’ di te’?” “Ma sì... prendiamo il mio che è ancora caldo”.


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