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EDITORIALE
di Beno
Avevo da poco letto la ricerca di Raffaele Occhi riguardante Gilberto Melzi, un alpinista che ebbe una vita breve quanto intensa.
Stavo scendendo da Sondrio a Morbegno...
A Castione, oltre la rotonda della Sassella, la statale è affiancata da una strada che distribuisce i consumatori in un "non luogo"
denso di capannoni dove vengono impinzati di prodotti di consumo, dai più ai meno inutili.
Se non si sbaglia uscita alla rotonda della Sassella e si resta sulla statale,
in 2-15 minuti a seconda del traffico ci si lascia alle spalle tale lunghissimo outlet posto a schermo dei vigneti.
In quei 2-15 minuti constatavo che i più avevano sbagliato uscita barattando un tramonto mozzafiato con delle luci al neon.
Ho ripensato a quanto scriveva Melzi a fine '800 sui nostri valligiani:
"Dolorosa prova della vita di privazioni e di stenti alla quale furono condannati gli abitanti di una regione così poco ospitale,
i quali volendo immaginare il più terribile dei supplizi per le anime dei colpevoli,
nulla seppero ideare di peggio che il condannarli ad errare eternamente nelle solitudini ghiacciate delle loro montagne".
In quei 2-15 minuti guardando quelle stesse nostre montagne, dove oggi la gente va per trovare un po' di pace e di svago dal mondo che si è creato,
ho pensato con rammarico che negli ultimi anni siamo stati in grado di costruire dei luoghi peggiori di quello che i nostri avi immaginavano potesse essere l'inferno.
Dite che esagero?
Se San Pietro non aprisse le porte del Paradiso, a quanti di voi piacerebbe che l'anima vagasse tra scaffali infiniti,
costretta a saziare un'irrefrenabile voglia di fare acquisti, anziché sui monti?