SPECIALI
10 Alfredo Corti (1880-1973) "Dal palpito delle stelle al più misero bruco"
18 Alpinismo con le gambe e con la testa Scritto inedito di Alfredo Corti
24 Racconti di Antonio Boscacci Come grandi aquile bianche in controluce
30 Cesare Sertore Il cortometraggio sull'ultimo pastore di Ponte
ALPINISMO
32 Valmalenco Dalla cima di Vazzeda al passo di Mello
42 Valchiavenna Pizzo Cavregasco (m 2535)
54 Alta Valtellina Al Vach (m 3059)
64 Approfondimenti Il lago termocarsico
ESCURSIONISMO
66 Alta Valtellina L'anello della Sforzellina
76 Val Màsino / Valmalenco Sentiero Roma 5^ tappa
88 Porte di Valtellina Monte Pagano (m 2348)
94 Valchiavenna Alp de Suée
104 Versante retico Sentiero Campo / Campo-Campondola
RUBRICHE
116 Viaggi Siberia meridionale
122 Natura / Fiori di montagna Lumache e chiocciole / Genziana
130 Poesia dialettale Ol gròp sü 'n del panèt
134 Rubriche Foto dei lettori / Giochi
146 Le ricette della nonna Farmacia alpina: eufrasia
EDITORIALE
di Beno
«Se io volessi uscire a mangiare una pizza e una bibita», mi spiegò un giorno il Cesare, «mi occorrerebbero almeno
10 euro. Il latte viene ritirato a 30 centesimi al litro, per cui dovrei vendere più di 30 litri di latte. Per un pastore
che alleva secondo tradizione uscire a mangiare una pizza è un grosso sacrificio, per questo ti ho invitato a casa e
ho cucinato il riso con gli asparagi selvatici.»
Mi torna spesso in mente quel preambolo che Cesare aveva fatto a un pranzo assieme. Altro non era che un esempio
della moderna versione della schiavitù, ufficializzata dal mercato che ha stabilito arbitrariamente il valore del
tempo delle persone. Altissimo per taluni professionisti, eletti perciò a padroni; irrisorio per altri, che si ritrovano
loro malgrado a vestire i panni degli schiavi, con un tornaconto inferiore a un euro all'ora.
Non alla carenza di infrastrutture o sussidi, ma a questa forma di ingiustizia sociale, amplificata dai bisogni
indotti dal consumismo, si deve l'abbandono delle attività tradizionali nei territori montani, sebbene i nuovi mezzi
tecnologici avrebbero potuto rendere tali impieghi meno gravosi.
Questa forma di ingiustizia sociale colpisce soprattutto i giovani, castrandone la capacità innovatrice e dando loro
come assurdo obbiettivo l'attesa della vecchiaia in cui da sfruttati si può diventare sfruttatori.
A tutto ciò ci si può ribellare anche senza esser denunciati per furto: ad esempio si offre più denaro per i prodotti
sottovalutati dal mercato acquistandoli solo da filiere brevi, oppure
si barattano le prestazioni lavorative sempre con la regola che
un'ora è un'ora per tutti, al limite due se necessario l'uso di
particolari attrezzature o studi avanzati.
Servirebbe però il coraggio di rinunciare ai propri
privilegi in un'epoca in cui “etica” non è un valore
imprescindibile ma un sinonimo di “ingenuità”.