n.61 - Estate 2022

n.61 - Estate 2022 SPECIALI
10 Carlo Negri (1906-2003)
«Semm minga chi per divertiss»
21 Bruno-Galli Valerio
Osservazioni sui morsi di vipera
26 Antichi mestieri
Boscaioli e artisti
32 Homo faber fortunae suae
Diego Raviscioni: piscicoltura a Samolaco
40 Clima 2021-2022: l'inverno più secco degli ultimi 30 anni

ALPINISMO
48 Grigioni
Einshorn (m 2943)
56 Valchiavenna
Pizzo Roggione (m 2576)
66 Alta Valtellina
Sasso di Conca (m 3150)

ESCURSIONISMO
74 Val Poschiavo/val Grosina La bocchetta di Braga e il passo di Malghera
83 Approfondimenti
Il costume grosino
84 Alta Valtellina/Engadina
Piz Daint (m 2968)
92 Valmalenco Alpe Sentieri
101 Approfondimenti Giöli: pastori dell'alpe Sentieri

RUBRICHE
104 Viaggi Dai Carpazi alla Crimea
112 Bosco e funghi Bagno e abbraccio, emozioni comprese
118 Flora Giglio di San Giovanni
122 Natura junior Rombo il Bombo
126 Oggetti di una volta
128 Le foto dei lettori
136 Concorsi
138 Le ricette della nonna Sciroppo di menta


EDITORIALE
di Beno

Ho un ricordo piuttosto sfocato della prima volta che sono salito sulla Corna di Mara, la montagna del mio paese. Non riesco a collocarlo nel tempo, ma ho la certezza che in quei giorni a scuola ero stato edotto sulle vite dei partigiani rifugiati sui monti per scappare alle rappresaglie.
Di tutta la salita, infatti, l'unica immagine che mi è rimasta è quella di un grande anfratto tra due blocchi ciclopici a pochi metri dalla cima e ben discosto dal sentiero. Avevo stimato che al suo interno una manciata di bambini poteva starci tranquillamente. Era il luogo ideale per rifugiarsi se la guerra fosse tornata nuovamente. Nessuno, neppure il più sistematico degli eserciti, sarebbe mai venuto a cercarmi lassù. Avrei dovuto ricordarmi di quella tana, come avrei dovuto individuare un tragitto per arrivarci senza farmi vedere.
Devo esser rimasto così affascinato da quel rifugio che, al delinearsi all'orizzonte di una nuova guerra mondiale, nei dormiveglia stavo inconsciamente preparando il piano di fuga e stavo definendo il percorso migliore: questo, per sottrarsi a sguardi indiscreti, sarebbe dovuto passare per la val di Togno e la valle della Lavigiölla. Poi la parte razionale ha ripreso il controllo. La prima reazione è stata un sorriso nel constatare l'innocente ingenuità di un bambino: «Oltre a nascondersi, uno deve bere, mangiare, non congelare...». Ma il mio subconscio, non accettando che quel piano fosse scartato, è andato a perfezionarlo per renderlo inattaccabile. Ne è nata una diatriba tra l'infantile ottimismo e il disfattismo tipico della disillusa razionalità degli adulti.
Per primo hanno discusso di come portare lassù anche le persone care, dato che in quel buco ci stavano solo pochi bambini. La soluzione sarebbero state tutti gli altri anfratti che avevo censito nei paraggi durante le mie numerose incursioni a cercar capre.
Il problema di come non farsi trovare, ora che son tutti drogati di telefono e anche un programmatore pivello li può geolocalizzare in un attimo, si sarebbe risolto da sé: l'istinto primordiale, che per fortuna domina le nostre azioni nei momenti critici, non avrebbe mai sacrificato la vita reale per quella virtuale a cui ci stiamo assuefacendo.
La questione degli approvvigionamenti sarebbe stata demandata ai più allenati, che avrebbero fatto la spola col cibo.
Quella del freddo, con vestiti e sacchi a pelo adeguati.
Non ero ancora giunto a chiedermi cosa fare se la guerra si fosse protratta a lungo, quando l'incubo di quelle armi in grado di cancellare ogni forma di vita mi ha fatto decretare con sconforto che ai nostri giorni neppure la montagna è un rifugio sicuro (è solo dopo questa amara considerazione che a cuor leggero vi ho potuto rivelare i miei giovanili piani segreti!).
Perciò, non potendo nascondersi, per sottrarsi alla guerra non c'è alternativa che la pace. È quella che va difesa, stando alla larga dall'abominevole inganno della “guerra di pace” con cui le propagande di tutti i governi giustificano continui interventi militari, diretti o per procura, dettati da meri interessi legati a soldi e potere.
 
Hanno collaborato a questo numero: Adele Mori, Alessandra Morgillo, Beno, Bruno Mazzoleni, Carlo Nani, Corrado Lucini, Dario Lenatti, Dicle, Eliana e Nemo Canetta, Enus Mazzoni, Erik Viani, Fabio Pozzoni, Fabio Pusterla, Fausto Compagnoni, Fausto De Bernardi, Flavio Casello, Gabriele Fusetti, Giacomo Meneghello, Gioia Zenoni, Giuliano Giacomella, Giusi Sartoris, Kim Sommerschield, Laura Besseghini, Lucia Palomba, Luciano Bruseghini, Marco Bettomè, Margherita, Marino Amonini, Mario Pagni, Marzia Possoni, Matteo Gianatti, Matteo Tarabini, Maura Gurini, Maurizio Cittarini, Raffaele Occhi, Renzo Benedetti, Riccardo Scotti, Roberto Ganassa e Roberto Moiola.
Si ringraziano inoltre: Andrea Sem, Avis Comunale di Sondrio, CAI Valtellinese, ETH-Bibliothek Zürich, Famiglia Nino Gianola, Franco Monteforte, Milena Bagardi, Sergio Scuffi e tutti gli intervistati e quelli che ci hanno accompagnato nelle gite, la Tipografia Bonazzi, gli edicolanti che ci aiutano nel promuovere la rivista, gli sponsor che credono in noi e in questo progetto...e tutti quelli che ho dimenticato di citare.
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