In uscita il 21 giugno 2025 il n.73 - Estate 2025
Le Montagne Divertenti compie 18 anni
I numeri dal 2007 al 2025? Oltre 700 collaboratori, 73 numeri, 293 mila copie vendute; le nostre montagne raccontate in 10200 pagine stampate e diffuse in 146 tonnellate!

SPECIALI
10 Compie diciottanni! Le Montagne Divertenti, la rivista di chi ha il cuore in montagna
24 Günter Oskar Dyhrenfurth (1886-1975) Una figura di riferimento
33 Ricordi di Oreste Forno La bisàca e il türch
34 Racconti di Bruno Galli-Valerio I polli del parroco
37 Minerali Cristalli di quarzo
ALPINISMO
42 Valchiavenna Sasso Manduino (m 2888) - spigolo SE
52 Versante retico Corna Brutana (m 3059) e vetta di Ron (m 3136)
60 Orobie Per creste nella valle del Livrio
ESCURSIONISMO
70 Val Bregaglia Un bagno glaciale sotto il pas da Casnil Sud (m 2941)
76 Valchiavenna Cima del Desenìgo (m 2845)
84 Alta Valtellina L'anello di Pedenolo
91 Approfondimenti Settantasette anni d’amore per la Valmalenco
94 Valmalenco Un anello per il Sasso Nero (m 2916)
98 Valmalenco Ai ciàz de Fura
106 Orobie Una passeggiata sopra Scais
111 Approfondimenti La capanna Guicciardi
RUBRICHE
115 Natura junior Niki Valtura e il riccio
118 Flora Fritillaria
122 Funghi Porcino, il divino
125 Oggetti di una volta Battola
127 Le foto dei lettori
136 Concorsi
138 Le ricette della nonna Gnocchi con le ortiche
EDITORIALE
di Beno
Con questo numero Le Montagne Divertenti compie il suo diciottesimo anno di vita. Se fosse un figlio si direbbe che ha raggiunto la maggiore età, quella in cui formalmente diventa autonomo e automunito, così da badare a se stesso e da non dover più essere scarrozzato in giro. Ma per questa rivista non è affatto così. Anzi: in un mondo dove la comunicazione s’è fatta schizofrenica e s’è trasferita nel regno dell’effimero con mere finalità commercial-propagandistiche, dove nel frastornante cicalio d’apparecchiature elettroniche s’è smarrita la capacità di concentrazione, dove non si legge più e dove la burocrazia continua a lievitare in maniera esasperante, tenere in vita Le Montagne Divertenti significa percorrere una strada che s’impenna sempre più. Sono il primo ad esser sorpreso di come questo progetto - che si alimenta solo con le vendite e le inserzioni - tenga duro, come uno scoglio in mezzo al mare in burrasca.
L’editoria cola a picco, non si comprano più i giornali, le edicole stanno «come d’autunno sugli alberi le foglie», eppure voi lettori, fedelmente, cercate ad ogni cambio stagione la rivista di chi ama l’altra montagna. È «un piccolo miracolo editoriale», come lo aveva definito Antonio Boscacci già 3 lustri fa. E io, nell’ingenuità dei vent’anni e nell’ansia di un perpetuo utopistico ad maiora, non me ne rendevo ancora conto.
Diciott’anni sono il tempo, se non della maturità, almeno dei bilanci. Quando abbiamo fondato Le Montagne Divertenti, trascinati da un’irrefrenabile esigenza comunicativa che scaturiva dalla passione per la montagna, il nostro intento era chiaro: scatenare una reazione di orgoglio tale da rifuggire il gorgo del progresso a tutti i costi e recuperare ciò che mai si sarebbe dovuto lasciar perdere. Lo avremmo fatto mostrando semplicemente le bellezze di queste valli e le sorprendenti strategie di adattamento delle loro genti. Constatando quanto la situazione ambientale e sociale nella nostra provincia sia da allora inequivocabilmente peggiorata, dovremmo ammettere fallimento; eppure con Le Montagne Divertenti qualcosa di grande è accaduto.
Testimoni e relitti del tempo in cui si poteva vivere altrimenti e altrimenti anche stare meglio, abbiamo contribuito ad impedire che l’ineluttabile modernità facesse damnatio memoriae di ciò. Come? Intuendo già nel 2007 che internet non fosse un luogo sicuro per custodire cose importanti, abbiamo messo su carta con taglio divulgativo migliaia tra storie di vita - anche le nostre -, immagini, descrizioni di mestieri e di tradizioni prima che cadessero nell’oblio o fossero deformate strumentalmente. Grazie all’instancabile lavoro delle oltre 700 persone che hanno collaborato al progetto, queste testimonianze ora sono al sicuro, stampate in migliaia di esemplari e custodite nelle biblioteche e nelle case dei nostri lettori, imprescindibile parte attiva in questa missione. Nessuno potrà corromperne i contenuti o deindicizzarle con un click. Le riviste che le contengono sono scrigni di informazioni che, quando i tempi saranno finalmente maturi, daranno ispirazione e consapevolezza a chi vorrà portare a termine quello che ci eravamo prefissi diciott’anni, 72 numeri e 293 mila copie vendute fa.
Hanno collaborato a questo numero:
Adele Mori, Alessandra Morgillo, Andrea Sem, Antonio Boscacci, Benedikt Haufs, Beno, Bruno Mazzoleni, Carlo Nani, Corrado Lucini, Dicle, Eliana e Nemo Canetta, Fausto De Bernardi, Fabio Pusterla, Franco Benetti, Flavio Casello, Gabriele Fusetti, Giacomo Meneghello, Gioia Zenoni, Giovanna Iacolino, Giuliano Giacomella, Marco Bettomè, Marino Amonini, Matteo Tarabini, Jean Malka, Kim Sommerschield, Klemens Bannwarth, Luciano Bruseghini, Mario Pagni, Mario Pelosi, Marzia Possoni, Melchiorre Pizzitola, Oreste Forno, Paolo Iunco, Pierandrea Cappelletti, Raffaele Occhi, Roberto Appiani, Roberto Ganassa, Roberto Moiola e Valeria Pedrolini.
Si ringraziano inoltre:
Avis Comunale di Sondrio, Eugenio Donati, Giordano Gusmeroli, Flavio Tarabini, Lucio Avanzini, Mariella Tavelli, Pietro Crapella, l’Ufficio federale di topografia Swisstopo per render pubbliche e fruibili importantissime documentazioni storiche, tutti gli intervistati e quelli che ci hanno accompagnato nelle gite, i/le top model, la Tipografia Bonazzi, gli edicolanti che ci aiutano nel promuovere la rivista, gli sponsor che credono in noi e in questo progetto... e tutti quelli che ho dimenticato di citare.